Speleo Club Ribaldone - Genova

Gruppo speleologico fondato nel 1970

Carmen, memorie di una speleotorrentista sorridente

Carmen Decia, esploratrice degli Scogli Neri e prima donna a praticare canyoning 

Ci ha lasciato Carmen Decia, speleologa e torrentista genovese 

 


Se ne è andata domenica scorsa, 27 marzo, Carmen Decia, speleologa molto attiva a Genova tra il 1960 e il 1990.

Con il marito Carlo Marzio, è stata promotrice del Museo Speleologico di Genova, che ha sede sul Monte Gazzo, a Genova Sestri Ponente, che ha curato fino a pochi mesi fa.

Iscritta prima al CAI Bolzaneto, poi al GRS (Gruppo Ricerche Spelologiche) e poi, alla sua costituzione, allo Speleo Club Pegli Gianni Ribaldone, era socia onoraria dello Speleo Club Gianni Ribaldone. Indiana Jones al femminile degli anni 60, con gli amici ha condiviso e prodotto documentazioni e rilievi, utilizzando bussole, cartine I.G.M., manuali, libri, fluorosceina, flash per fotografie e passione speleologica.

Con i nomi storici della speleologia Ligure, tra cui Nino Rando, Daniele Gortan, Oscar Paolini, Franco Veggian, Mario De Biasi, Piero Arena, Angelo Raveane e, naturalmente, Carlo Marzio, ha contribuito all’esplorazione della Grotta degli Scogli Neri, in comune di Giustenice (SV), ed alla congiunzione Pollera-Buio nuovo nel Finalese.

Ha partecipato all’esplorazione del Monte Gazzo, della zona di Isoverde e della Val Chiaravagna, a Genova e dintorni: grazie a Carmen esiste un archivio fotografico di grotte ora scomparse per attività di cava. I nomi delle cavità esplorate sono molti: tra gli altri, Buranco de Strie, Agnoletto- grotta di Iso 12, Lindenbrook, Silvio Daneri, Buco della Strada, Antro delle Marmitte, Brigidun, Rossa, Buran. Pria Moia.

Non vanno dimenticate la Grotta di Bergeggi o del Treno, la Taramburla, la Grotta di Pignone, Piaggia Bella, la Tana del Lupo e la Balma di Rio Martino, e siamo solo a una parte delle esplorazioni.

Nel 1975 ha fatto parte della spedizione che ha esplorato il complesso sotterraneo di Trassanel, vicino Carcassonne, documentandola fotograficamente, insieme al Gruppo CAI Bolzaneto e allo Speleo Club de l’Aude.

È stata tra le prime donne a praticare torrentismo, nell’appena esplorato ed armato Rio Lerca, a partire dal 1975.

Una delle ultime imprese più ardue, condotta con il marito Carlo e Nino Rando, è stata conclusa con successo in età abbastanza avanzata, organizzando gli incontri tra la “Vecchi guardia degli Speleologiche liguri”.

Poi, una malattia le ha annebbiato la mente, senza mai toccare la proverbiale dolcezza.

Nei nostri cuori resta il suo sorriso. 



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